La Sua Storia

LA VITA

VITA DI SAN CIRIACO ABATE

Buonvicino (CS), sec. X – Buonvicino (CS), 19 settembre

San Ciriaco è nato nella seconda metà del secolo X, visse da anacoreta nelle grotte della “Laura” prima e poi da cenobita nel monastero greco di Santa Maria dei Padri, nel Mercurito, che governò a lungo da Abate.

La fama della rettitudine di vita e delle virtù taumaturgiche presto si diffuse in tutta la valle del fiume Crati, sulla Sila Grande, che bagna Cosenza e la piana di Sibari.

Tanti uomini furono attirati da tale fama, desiderosi di vestire “l’abito angelico”, come veniva definito l’abito dei monaci osservanti la Regola di San Basilio (basiliani). Tra i tanti anche l’Imperatore d’Oriente Michele IV, detto il “Paflagone”, convocò Ciriaco, a Costantinopoli, dove guarì la figlia posseduta dal demonio, l’Imperatore per riconoscenza, gli diede ampi privilegi a favore del monastero, con donazioni di tutte le terre che corrispondono oggi all’attuale Buonvicino e altre terre e chiese in Malvito. (a testimonianza della convocazione a Costantinopoli, esiste un affresco posizionato nella parte centrale della navata della Chiesa di San Ciriaco). 

San Ciriaco morì il 19 settembre di un anno non precisato e comunque dopo il 1042 poiché Michele IV fu imperatore dal 1031 al 1042 e anche perché nel 1042 partecipò ad una sentenza in un monastero basiliano presso il Mercure-Lao.

Fu sepolto nella chiesetta del monastero, ove il suo corpo rimase ignorato e dimenticato per circa 600 anni.

Dopo la sua morte fu la costante opera benefica dei Basiliani che attrasse intorno al monastero gli abitanti dei tre villaggi Tripidone e Salvato (di origine greco) e di Trigiano (di origine romana) che si unirono e sin dal primo arrivo si chiamarono semplicemente “buoni-vicini” da cui Buonvicino.

Sul suo sepolcro fiorirono vari miracoli, per cui i fedeli di Buonvicino lo acclamarono Santo, il paese lo festeggiò con solennità e lo proclamò suo patrono.

La testimonianza storica dell’esistenza della statua di San Ciriaco è documentata nella relazione del 23 dicembre del 1575 di PD Marco Mazziotta priore nel Monastero di Sant’Adriano, Visitatore Apostolico inviato dal Papa per verificare lo stato del monastero d Buonvicino. Al punto 6 scrive: “vi è una cappella inclusa con le predette sei, di San Ciriaco, che serve per sacristia ove sta il suo santo corpo fabbricato dentro un muro, e vi si faccino miracoli per esperienza degli spiritati, et altri infermi sanati. Innanzi detta sacristia vi è una immagine lignea grande di S.to Ciriaco”.

Al tempo del vescovo di San Marco Argentano (1633-1647) venne a predicare la quaresima a Buonvicino il padre Daniele da Cosenza e dal pulpito dichiarò, ai fedeli, di aver saputo con un avvertimento soprannaturale, che nella Chiesa del Monastero del Mercurito, che cominciava ad andare in rovina, giaceva il corpo di San Ciriaco, completamente immerso nell’acqua e rischiava il disfacimento. Di fronte allo scetticismo del popolo, il predicatore aprì di notte la tomba trovandola allagata, mentre le ossa emanavano un soave odore”.

Il vescovo prontamente avvisato inviò una delegazione di suoi fidati, i quali ordinarono una pubblica esumazione; si trovarono difronte tre casse con epigrafe greche contenenti il corpo di San Ciriaco e di due monaci bizantini Cipriano e Basilio (presunti fondatori del monastero). Dal corpo del santo venne tolto un ossicino e fu appeso per reliquia alla sua statua fatta realizzare in legno dai monaci, il resto del corpo venne posizionato in una teca e sistemata nella stessa chiesetta con la scritta in latino :<< Cyriacus Sanctus- sapiens insignus et abbas hie iacet>> (qui giace San Ciriaco, il dotto saggio abate).

In occasione di questa prodigiosa scoperta furono guariti molti infermi e compiuti numerosi altri miracoli come fu specificato nella relazione inviata al vescovo ma andò perduta nel 1647 durante l’assalto al palazzo vescovile di un gruppo di facinorosi.

Solo il 16 aprile (festa della ricognizione delle reliquie) di un anno della seconda metà del 1700, a causa della caduta in rovina della chiesetta del monastero, si pensò di trasferire la statua e le Sante Reliquie nella nuova Chiesa Abbadiale che era sorta nel centro abitato.

Il culto del Santo, “Cittadino e Protettore di Buonvicino” è tutt’ora vivo non solo a Buonvicino e nei dintorni, ma in tutta la Calabria e “i figli di Buonvicino emigrati” lo hanno portato non solo in Europa, ma anche fuori dal vecchio continente.

Senza di lui la genesi di questo paese sarebbe stata diversa, ma non certamente migliore.

Il miracolo del 17 settembre 2006